Proposta di intervento normativo a favore della sostenibilità economico‐finanziaria del sistema economico e produttivo

Un gruppo di docenti di economia aziendale del Dipartimento di Scienze Economiche e Aziendali “M. Fanno”, di fronte alla crisi generata dalla diffusione del virus COVID-19 in Italia e nel mondo, ha avanzato una proposta di intervento normativo orientata alla salvaguardia del tessuto industriale e produttivo, con la consapevolezza che senza specifici interventi l’esistenza delle aziende, l’equilibrio dell’intero sistema economico e i livelli di benessere saranno gravemente a rischio.

In particolare, i docenti Giacomo Boesso, Fabrizio Cerbioni, Michele Fabrizi, Andrea Menini, Antonio Parbonetti, Emilio Passetti, Silvia Pilonato, Amedeo Pugliese, si rivolgono alle Istituzioni, in primis al Presidente del Consiglio prof. Giuseppe Conte, per chiedere una modifica di alcuni principi contabili che riguardano i costi non comprimibili o non ricorrenti e interamente riconducibili alla situazione di eccezionalità.

La proposta prevede un articolato normativo per aiutare le imprese a superare la più inattesa e drammatica crisi dal dopoguerra. La proposta si riferisce all’applicazione dei principi contabili nell’esercizio 2020 ed interessa circa 1,5 milioni di società di capitali tenute a redigere il bilancio secondo i principi del codice civile. 

Il blocco delle attività economiche che si è reso necessario per fronteggiare l’emergenza sanitaria ha colpito il cuore delle imprese italiane. Anche le aziende che riusciranno a sopravvivere grazie alle importanti iniezioni di liquidità andranno incontro a rilevanti perdite di esercizio generando due conseguenze di carattere sistemico:
- Il peggioramento dei rating economico-finanziari evidenzierà la difficoltà di accesso ai consueti canali bancari e la necessità di deliberare aumenti del capitale regolamentare da parte del sistema finanziario.
- L’erosione del patrimonio netto renderà necessaria la ricapitalizzazione delle aziende.

Dunque, numerose aziende potenzialmente sane che in passato hanno sperimentato andamenti positivi saranno costrette a:
- Interrompere l’attività economica con conseguente perdita di occupazione oppure
- Accettare interventi di soci pronti a ricapitalizzare. Questa circostanza, come avvenuto a seguito della crisi del 2008, potrebbe agevolare l’ingresso di organizzazioni di stampo mafioso.

Questi due scenari avrebbero conseguenze economiche devastanti.
In assenza di una modifica normativa ci si potrebbe trovare di fronte ad una serie di scenari da evitare. Aziende che
• cessano l’attività in conseguenza delle perdite subite,
• accettano soci e capitali di dubbia provenienza
• ritardano senza limite l’approvazione dei bilanci
• manipolano pesantemente i bilanci stessi.

L'applicazione dei principi contabili in vigore non sembra rispondere all’esigenza di rappresentare l’attuale dinamica economica, perché impone di iscrivere a conto economico i costi di gestione che in condizioni normali sarebbero correlati ai relativi ricavi di vendita. Il blocco delle attività economiche genera invece una situazione del tutto nuova. Per esempio, i costi relativi ai contratti periodici, agli ammortamenti delle immobilizzazioni e ai costi del personale, oggi non vengono sostenuti in vista dei ricavi, ma si configurano come costi non comprimibili o non ricorrenti e interamente riconducibili alla situazione di eccezionalità generata dall’esplosione del problema sanitario. In tale prospettiva, anziché la normale imputazione al conto economico - con la conseguente probabile determinazione di perdite - si propone, a certe condizioni, la “capitalizzazione” di tali costi ed il loro successivo assorbimento con gli utili che le imprese riusciranno a produrre. La proposta prevede quindi di sospendere, adottando procedure che comunque salvaguardino la correttezza dell’informazione verso l’esterno, l’imputazione di questi costi “insopprimibili e non ricorrenti”, per rinviarli ai periodi in cui l’attività tornerà in condizioni normali.

La proposta è stata modulata con l’obiettivo di risultare
- di facile applicazione;
- chiara e trasparente nei confronti dei preparatori e degli utilizzatori del bilancio;
- con ricadute positive sui rating aziendali e di conseguenza sul capitale regolamentare delle società finanziarie
- integrabile con ulteriori provvedimenti di sostegno economico alle aziende (ad esempio contributi in conto esercizio). Può infatti rappresentare un meccanismo utilizzabile per la determinazione dell’impatto economico della crisi ed è compatibile con interventi di natura pluriennale.

"Nella piena consapevolezza che la proposta non sia allineata alle previsioni del codice civile - scrivono i docenti nella lettera aperta al Premier Giuseppe Conte - riteniamo tuttavia che l’attuale contesto integri quelle condizioni eccezionali in presenza delle quali sia possibile derogare alle disposizioni che regolamentano la redazione del bilancio. Non si vuole per questa via favorire le imprese che sarebbero comunque in perdita, ma soltanto consentire a quelle sane di rinviare costi insopprimibili connessi al mancato esercizio dell’attività".

Per informazioni e chiarimenti contattare Fabrizio Cerbioni (fabrizio.cerbioni@unipd.it) e/o Antonio Parbonetti (antonio.parbonetti@unipd.it)

Nella sezione sottostante è possibile il download della proposta normativa.